Il nome PRONIO nella storia d'Abruzzo
Nella terra d'Abruzzo all'ombra della Maiella, fra la montagna ed il mare fino a Pescara ed oltre, alcuni dei PRNIO hanno svolto un ruolo importante durante quel periodo del 1700 che va sotto il nome delle "Insorgenze abruzzesi", cioe' la guerra per la riconquista della Repubblica Napoletana contro gli eserciti francesi invasori.
I piu' famosi sono GIUSEPPE PRONIO e PAOLO PRONIO, nomi che vengono ricordati nei testi storici.
Biografia di Giuseppe PRONIO
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Giuseppe Gabriele Antonio Pronio, nato ad Introdacqua in Valpeligna, in Abruzzo, il 20 Febbraio del 1760, era il primogenito di otto figli venuti alla luce da Domenico Berardino e da Caterina Rossetti.
Soprannominato Gran diavolo per la sua audacia e la sua intolleranza ai soprusi, fu uomo di cultura, e dopo essere stato chierico divenne armigero dei marchesi del Vasto. Sposò a diciotto anni la sua coetanea e concittadina Lucia Barbara Lorenza, figlia di Ermenegildo Di Clemente, da cui ebbe il 14 luglio 1784 il primo figlio Paolo. Con l'arrivo dei francesi napoleonici divenne uno dei capimassa di maggior successo della zona settentrionale del Regno di Napoli. Messosi a capo di settecento uomini, in seguito cresciuti a migliaia, sconfisse ripetutamente i francesi nei mesi tra dicembre 1798 e gennaio 1799. Dopo una prima vittoria a Roccacasale, il 5 gennaio 1799 vi fu a Sulmona una vera e propria battaglia tra la massa del Pronio da una parte e una colonna di Francesi dall'altra: gli scontri, che si verificarono alle porte della cittadina presso ponte San Panfilo si spostarono poi verso Pacentro, ma il sopraggiungere della notte e l'esaurirsi delle munizioni costrinsero gli uomini di Pronio a lasciare il campo e ripiegare su Introdacqua, loro quartier generale.
Dopo essere stato sconfitto a Ripa Teatina, ricomparve vittorioso e con nuovi uomini all'altopiano delle Cinquemiglia e a Isernia. Il 9 maggio ristabilì il governo borbonico a Chieti, il 10 ad Ortona, tra il 12 e il 15 a Lanciano, tra il 18 e il 21 a Vasto e alla fine di giugno assediò la fortezza di Pescara difesa da Ettore Carafa. Il re Ferdinando I, con decreto del 2 giugno 1799, lo nominò generale comandante dei tre Abruzzi. Con un successivo decreto del 5 giugno Fabrizio Ruffo, vicario generale del Regno, nominava Pronio capitano generale[1].
L'ultima battaglia in cui si hanno notizie di un suo coinvolgimento fu sulla linea del Tronto il 30 marzo 1801.
Morì nel 1804, probabilmente per avvelenamento.
Biografia di Paolo PRONIO
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Paolo Pronio nacque a Introdacqua il 14 luglio 1784, primogenito di Giuseppe Pronio.
La sua carriera ha inizio nel 1799, entrando nell’esercito borbonico come “volontario distinto” nel Reggimento Reale Sanniti, con cui diede il proprio contributo nell’assedio di Pescara.
Nell’ottobre del medesimo anno fu promosso al grado di ufficiale, partecipando alla spedizione nello Stato della Chiesa. Nel 1801 fu promosso col grado di capitano nel Corpo dei Cacciatori Aprutini, combattendo sul Tronto e nel 1804 in Calabria.
Nel 1807 combatté nella Piana di Mileto, assumendo il comando di una delle 10 compagnie del Reggimento Reale Sanniti, proteggendo la ritirata dell’esercito borbonico.
Fra il 1809 e il 1811 ebbe il comando di una compagnia del Reggimento Valdinoto e di un’altra compagnia del Reggimento Valdemone.
Nel 1812 egli prese parte alle azioni militari borboniche in Spagna, a causa della lega anti-Napoleone tra Inghilterra e Regno di Napoli. Successivamente, nel 1814, fu inviato in Sicilia, prendendo il comando di una colonna mobile di 600 uomini, distruggendo alcune bande di malfattori nelle Terre d’Oltranto durante la restaurazione del Regno di Napoli. Il 1º settembre 1815, per decreto reale, fu promosso Aiutante di Campo del 2º Reggimento Cacciatori della Guardia del Re. Tempo dopo fu decorato con la medaglia di bronzo al valor militare, e nominato Cavaliere del R. Ordine militare di San Giorgio.
Nel 1822 divenne Tenente Colonnello, nel 1832 Colonnello e infine, nel 1840, Generale di Brigata.
L’apice della sua carriera arrivò nel 1848, durante i moti rivoluzionari in Sicilia. Egli era a comando delle truppe di stanza a Palermo, dopo una ritirata a Napoli, tornò in Sicilia per cercare di riconquistare l’ormai perduta Messina. In 7 giorni riprese la città, e ricevette la Commenda dell’Ordine di San Ferdinando.
Morì il 3 febbraio 1853, avvelenato da sua moglie o da un’altra donna corrotta dai siciliani.
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Leggi il libro sulla vita di Paolo Pronio
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VIA GENERALE PRONIO A INTRODACQUA
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