Le origini storiche
Giuliano Teatino
Giuliano Teatino sorge su un colle tra la Maiella e il mare Adriatico, tra i torrenti Venna e Dendalo, affluenti di destra del fiume Foro, su una superficie di 9,89 km², con il territorio compreso tra i 53 ed i 281 metri sul livello del mare. Il paese nuovo si articola lungo il regio tratturo (L'Aquila - Foggia) per circa una decina di chilometri.
E' un paesino in terra d'Abruzzo, arroccato su uno sperone argilloso che si protende verso il mare, in provincia di Chieti, ha origini antichissime. Infatti si può ipotizzare che esse risalgano addirittura all'epoca romana, come colonia o residenza della gens Tullia e successivamente della gens Julia, dalla quale il paese avrebbe avuto un onorifico nome gentilizio. Queste origine sono testimoniate anche dal ritrovamento di reperti archeologici in zona e monete di cui si dice che alcuni abitanti siano addiritturi entrati in possesso, e che sono testimoni oculari di queste antichissime origini.
Il suo nome originariamente fu quello di Tullianum, trasformato poi in Julianum. In seguito per errore, intorno al XVI secolo, si trasformo' in Uilianum, ma il contado venne chiamato Giugliono. Infatti nel 1630 il parroco del paese si firmava "Matteo arciprete di Giuglioano".
Nel 1059 risulta possedimento della Diocesi di Chieti: la sua Pieve, infatti, è compresa nell'elenco dei privilegi confermati da Papa Niccolò II al nuovo Vescovo Teatino Attone[6].
Nel 1173 il paese fu feudo di Fiordano di Rivello. Nel 1279 Carlo D'Angiò donò Giuliano Teatino a Bertrando di Poget. Durante il regno di Ladislao I di Napoli fu di Carlo III di Durazzo, indi nel regno di Giovanna II di Napoli fu di Francesco De Ricciardi di Ortona. Nel 1421 Braccio da Montone venne alle armi contro la regina Giovanna portando i suoi possedimenti ali Orsini, però, nel 1425 Bartolomeo Di Riccardis, figlio di Francesco, ne rivendicò le terre perché facenti parte del suo patrimonio, così Giovanna ne riconobbe il diritto e il 2 giugno ne venne ordinata la restituzione. Nel 1440 il paese fu feudo della contea di Manoppello che era sotto il dominio degli Orsini cui rimase fino al 1507 quando Ferdinando II di Aragona donò la contea di Manoppello a Bartolomeo di Alviano così il paese fu donato per ricompensa a Giovanni di Leono insieme ad un assegno di trecento ducati annui.
Nel 1541 risulta feudatario Camillo Caracciolo, poi, nel 1550, con un provvedimento del Regio Consiglio Francesco di Palma acquistò per 7000 ducati il feudo di Giuliano Teatino, successivamente, nel 1586 il paese fu governato da Giovanni di Palma con titolo di barone, tuttavia, nel 1669 un altro Giovanni di Palma aveva in feudo il paese, infine nel 1802 il paese appartenne al duca Celaia di Canosa Sannita.
Il 18 marzo 1843 una parte del paese si abbassò di 200 metri per un inghiottimento (frana) del terreno sottostante senza procurare vittime, ma il "centro storico" del paese stesso venne di fatto distrutto. Attualmente scarsamente abitato, a causa di una instabilità del terreno, conserva i ruderi del municipio e della vecchia chiesa.
A Giuliano Teatino nacque Padre Bernardo Valera, religioso e poeta.
A causa della frana a poco a poco il paese si e' trasferito verso una zona piu' stabile e pianeggiante, occupando il terreno demaniale facente parte del "Tratturo", quella famosa striscia di terra che dai monti portava le mandrie a svernare in Puglia, che D'Annunzio ricorda nella famosa poesia "I Pastori" con le parole: "Ora in terra d'Abruzzo i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare..". Attualmente il centro nuovo si estende lungo una dorsale di diversi chilometri e che offre un panorama spettacolare, potendo ammirare da una parte la striscia azzurra del mare che e' verde come i pascoli dei monti, e dall'altra la maestosita' delle montagne della Maiella (impropriamete chiamata Majella negli anni 90) ed il Gran Sasso.
